A te solitario bosco ombroso viene un cuore afflitto per trovare qualche riposo tra i silenzi in quest'orrore.
Ogni oggetto che piace agli altri, per me non è più lieto, ho perduto la mia pace io stesso sono oggetto del mio odio.
O piante, ditemi la mia Fille, il mio bel fuoco, è forse qui? Ahi! La cerco in ogni luogo anche se sò che è partita.
Quante volte o grate fronde, la vostra ombra ci ha coperto, nei nostri incontri amorosi! Il tempo così felice quanto è fuggito rapidamente!
O amiche fronde, ditemi se mai più rivedrò il mio bene; ah! che mi risponde l'eco e sembra dire no.
Sento un dolce mormorio, forse sarà un sospiro, un sospiro del mio idolo (della mia amata) che mi dice tornerà.
Ah! è il suono di un ruscello che frange le fresche acque contro i sassi, e non moromora ma piange per pietà del mio dolore.
Ma se torna, il ritorno sarà vano e tardivo, oh dei!; perché lo sguardo dolce e pietoso piangerà sulle mie ceneri.
Commento: Si tratta di una canzonetta in ottonari pubblicata nel 1727, l'autore Paolo Rolli è uno dei membri dell'Accademia dell'arcadia sorta nel 1690 attorno a Cristina di Svezia. I membri propongono una poetica più semplice che contrasti il concettismo barocco, tra le tematiche spiccano i temi bucolici e si nota una ricercata semplicità che che va spesso a discapito dell'autenticità.
Nella canzonetta musicata e diffusa in tutta Europa il poeta chiede al bosco se mai la donna che si è allontanata da lui ritornerà, si illude perfino che il rumore che sente sia un sospiro che gli annunci il suo ritorno, ma in realtà scopre che è solo l'inganno di un ruscello che infrange le sue acque contro i sassi. Conclude che se anche tornasse sarebbe ormai troppo tardi perchè lui sarà già morto.
La conclusione riprende una famosa canzone petrarchesca Chiare fresche e dolci acque, ma qui la tristezza è meno drammatica, mitigata sia dall'uso di termini meno patetici che dall'armonia e freshezzza dettata dal verso.
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2 commenti:
..."uso di termini meno patetici"......???
parli fose dei termini usati da Petrarca per esprimere il suo dissidio???
Rolli discorrerà anche con la natura che lo circonda e la farà partecipe della sua ricerca...ma sappi che Petrarca con i suoi termini...a tuo avviso "patetici" la natura riflette lo stesso stato d'animo dell'autore...guarda ad esempio in "Solo e pensoso"...
La prossima volta pesa di più le parole prima di attribuire tali aggettivazioni a autori di tale rango...
a presto...
_Sola e pensosa_
Vorrei chiarire che l'uso del termine "patetitico" in riferimento al linguaggio di Petrarca non voleva in alcun modo sminuire l'autore, ma sottolineare la maggiore intensità di sentimento e liricità che contraddistinguono la poesia petrarchesca.
Basta sfogliare un comune vocabolario di lingua italiana per leggere che è patetico(dal greco pathos) chi vuole commuovere o destare malinconia, mentre solo per ultimo viene citata l'accezione negativa che ha assunto il termine nella lingua in uso, ovvero di chi assume atteggiamenti svenevoli e sentimentali.
Con questo iniviterei il lettore e in particolare la persona che ha gentilmente lasciato il suo commento di leggere con attenzione il testo e di dare il giusto significato alle parole, altrimenti si creano banali fraintendimenti.
Cordialmente Laura
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